SULL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA – IX Edizione
Gent.mo Avv. Cioffi,
volevo ringraziarla per la preziosa opportunità che abbiamo vissuto presso la vostra sede del Circolo Canottieri di Napoli.
Non ho preso in mano il microfono (prima o poi questa cosa Laura me la insegnerà, ne sono certa), ma in viaggio riflettevo che in questi giorni abbiamo visto e ascoltato un altro spaccato d’Italia: cittadini che hanno condiviso esperienze, competenze, ideali, frustrazioni e domande, uniti dalla voglia e necessità di recuperare tutte le energie per salvare il salvabile, per uscire – mi perdoni Del Gaudio – da questa “selva oscura”.
Ho condiviso il sentimento di oppressione e di impotenza per la segnalata ignoranza dilagante e, aggiungo, la volgarizzazione della società e della politica, per la spersonalizzazione culturale e l’omogeneizzazione consumistica denunciata dallo studente di Scampia e da cui ci aveva già messo in guardia quaranta anni fa il compianto Pasolini. Sentiamo e ci accomuna lo sdegno a cui ha dato voce la laureata di Catania per la corruzione e soffriamo l’appiattimento della cultura e i colpi bassi sferrati alla scuola pubblica di cui parlava la brava collega dell’Itis Ferraris.
Sono fermamente convinta che quanto evidenziato nei vari interventi è il frutto avvelenato di un sistema economico che sta fagocitando ogni cosa: la diversità appunto, i nostri diritti; la nostra dignità di lavoratori; la nostra sovranità di cittadini; la nostra democrazia che sappiamo essere custodita dalla Costituzione e che oggi si sta dissolvendo di fronte al sempre più evidente squilibrio fra i poteri dello Stato e al sempre più inesorabile trasferimento della sovranità degli Stati ad organismi autonomi e indipendenti che non hanno nessuna responsabilità politica nei confronti di noi cittadini e che rispondono a logiche accumulative di un’oligarchia finanziaria ingorda (esempio “i governi tecnici” alla Monti o quelli populisti alla “Renzi” e/o le Banche Centrali e gli enti come il FMI che con le loro politiche di “aggiustamento” stanno mettendo in ginocchio mezza Europa).
Anche senza scomodare Marx – comunque il comunismo non fa più paura, ora che i riflettori del pregiudizio sono strategicamente puntati sull’Islam- che ci aveva messo in guardia dal “capitalismo che ha in sé il germe della crisi”, basta ricordare Keynes che tuonava a gran voce la necessità di non lasciare nelle mani della finanza i nostri destini…
Credo che, per rispondere allo scoramento dell’avvocato di Acerra, alla sfiducia dello studente di Palmi, al comune senso di frustrazione e di ingabbiamento che ci fa sentire tutti, per dirla alla De Carlo – e rimanere sulla via indicata da Del Gaudio – “uccelli di voliera”, in questi giorni abbiamo sentito tanta energia, abbiamo visto giovani e meno giovani accomunati dall’avere “a cuore” – cito ancora il palpitante Del Gaudio- la nostra preziosa Costituzione, abbiamo conosciuto gente che quotidianamente affronta limiti oggettivi opprimenti e apparentemente insormontabili per svolgere un’occupazione che ama e lo fa davvero con passione autentica, dai più giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro a coloro -onorevoli, giornalisti, avvocati, magistrati, docenti- che vi lottano da anni.
Credo che questo sia un messaggio forte che è passato a tutti i nostri validi giovani che condividevano con noi valori e passione civile – e lo possiamo dire: grazie a delle sane famiglie e alla scuola che funziona -.
E’ vero, siamo una minoranza, ma giorni come questi, incontri come questi hanno davvero valore, spero che saremo capaci di fare tesoro del dono più prezioso che abbiamo condiviso, l’essere insieme. Spero che nascano e si conservino tra noi relazioni: ci siamo scambiati mail, recapiti, progetti, intenzioni, inviti. Ecco, spero che conserveremo l’ostinazione di/per portarli a compimento, per diffondere semi, per essere, nel nostro piccolo quotidiano, come diceva Gandhi, il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Ci auguro questo.
Un caloroso saluto
Antonella De Luca